DOPO LA MORTE : UNA TESTIMONIANZA REALE Prima parte

Dopo la morte : una testimonianza reale

Da una conversazione dal mondo ultraterreno, attraverso la comunicazione telepatica

Individualità di una cara amica trapassata in tempo recente e prematuramente , in seguito a una grave e lunga malattia.

A quattro mesi dopo la sua morte, così dice…

Già prima che io trapassassi, mi libravo con il mio corpo eterico sull’ambiente, nel quale il mio corpo fisico si trovava e cominciavo a percepire le cose e le persone in modo diverso. Le percepivo con i sensi eterici, non con quelli fisici.

E pertanto la mia vista non era solo locale. Vedevo il mio corpo fisico sofferente e martoriato, ansimante e lo vedevo da fuori, come se cominciasse ad essermi estraneo.

Vedevo e sentivo le persone che erano vicine a me e ne percepivo i pensieri e i sentimenti.

Tutto questo al di là della mia mente fisica, che ormai era annebbiata dai farmaci.

Lì, ho cominciato a capire che stavo per trapassare. Non avevo paura. Non volevo lasciare i miei figli e il mio compagno.

Mi preoccupavo per i miei figli. Avevo tanto lottato contro la malattia per loro, e ora volevo continuare a farlo.

Ma questa era la volontà della mia mente fisica ( della personalità), non era la volontà della mia anima.

La mia anima aveva deciso di recidere il cordone eterico con la vita fisica terrena e, quando è successo, ho sentito una forte spinta, come una espulsione del mio corpo eterico, come una separazione, un taglio.

Se, prima del trapasso, il mio corpo eterico si dilatava, ma continuava ad essere attaccato al corpo fisico, nel momento della morte fisica, il corpo eterico si è staccato, si è separato.

Ho sentito quindi uno strappo, ma senza dolore.

Non ero spaventata, perchè era come se già sapessi cosa stava per succedere.

Ciò che più mi ha sconvolta a livello emotivo, è stato il dolore dei miei figli, del mio compagno e di tutte le persone che, sinceramente, si addoloravano o soffrivano per la mia morte.

Lo strazio dei parenti crea una forte sofferenza. Io ero consapevole della mia morte.

E sono stata vicina con il mio corpo eterico ai miei figli, al mio compagno e anche a mia madre, fino al giorno della mia sepoltura.

Ho partecipato e percepito tutto ciò che si è svolto ed è accaduto in questo frattempo.

Sono venuta anche da te ( la scrivente e ricevente), anche prima che tu te ne accorgessi, la mattina, prima del mio funerale.

Mi faceva specie vederti dalla mia nuova prospettiva e ho avuto modo di vedere quello che tu sei, la tua autenticità.

Dopo la sepoltura mi sono lasciata andare al processo del trapasso naturale.

Il mio corpo eterico ha cominciato a vibrare per entrare in una specie di vortice di Luce Bianca.

La sensazione che provavo, era quella di volare con leggerezza e nella leggerezza.

Le vibrazioni continuavano ad intensificarsi per potenza e velocità.

Mi sentivo espandere. Stavo bene.

Ad un certo punto il processo di trapasso si è stabilizzato e in questa fase mi sentivo nel vuoto, ma non mi sentivo sola.

Sentivo delle Presenze benefiche vicino a me. Io ero consapevole di tutto ciò che mi stava accadendo…ma avevo ancora il pensiero dei miei figli.

Dopo questa sensazione di vuoto, ho cominciato a vedermi attorniata da presenze conosciute ( parenti stretti e amici, anch’essi deceduti). Mi sono venute ad accogliere per rassicurarmi.

Dopo questo momento sono entrata in una fase di torpore, di contemplazione.

Fino ad allora non ho visto ambienti o ambientazioni definite in forme specifiche, ma assemblaggi di Luce bianca, azzurra, viola.

E’ un’altra Realtà, fatta di materia incandescente, sottile…il risultato di risonanza con le frequenze del proprio essere.

Non ti posso dire con precisione la durata del tempo di questa fase. Non è una questione di tempo quantitativo, ma di tempo qualitativo.

E’ un’altra realtà, te l’ho detto… Non è un tempo scandito dall’orologio, è un tempo relativo alla sostanza delle cose, all’Essere.

Non è un tempo consequenziale, è un tempo univoco.

Dopo questa fase di torpore, mi si è presentata la rivisitazione di tutto il mio vissuto, dal primo vagito al mio ultimo respiro.

Ho rivisitato le mie esperienze vissute da ogni punto di vista : pratico, mentale, emotivo, individuale, relazionale e accadimentale.

Questa fase è ancora in corso e ciò che sta pervenendo alla luce, è una lettura diversa del mio vissuto, perchè è quella relativa alla prospettiva della mia anima e non quella relativa al qui e ora della mia personalità.

Questa fase mi sta servendo per addivenire ad una giusta consapevolezza. Ecco perchè ti ho detto che non esistono carnefici e vittime…ma tutto si svolge secondo un determinato canovaccio.

Esistono sicuramente le responsabilità individuali. Ma tutto si legge per quello che è, non per quello che si può pensare, interpretare o può apparire.

In questo momento mi trovo a vivere in una dimensione in risonanza con il mio stato di coscienza.

Non è un ambiente o un luogo specifici. E’ una modalità di esistere in base a quello che ognuno è.

Di conseguenza la vita scorre secondo i dettami dell‘Essere, non secondo i dettami del fare.

Diciamo che da qui..si èper fare. Sulla Terra si fa…per essere.

Ancora però mi trovo in una fase di transizione, fino a quando il mio vissuto non avrà trovato la sua completa elaborazione.

Sono comunque nella Luce. Vivo secondo altre Leggi che non sono quelle terrene.

Queste Leggi riguardano codificazioni di informazioni sulla natura dell’Energia, sul suo movimento ed espansione.

Movimento a spirale ed espansione per risonanza e nonlocalizzazione, comunicazione telepatica, teletrasporto.

In questa dimensione esistono altre anime in risonanza.

Esistono forme, ma queste non sono delineate in confini precisi, proprio perchè l’energia è libera, è sottile.

I colori sono molto brillanti, incandescenti, dai mille toni e sotto-toni.

Questa Energia è un fattore precursore dell’energia densa, atomica. E’ la matrice.

Io sono ancora in una fase di ambientazione, di adattamento.

Coagulo le situazioni o gli incontri attraverso il pensiero.

Esistono Figure di Luce di riferimento. Sono Guide che vigilano e amorevolmente aiutano e sostengono,

Sono Presenze Angeliche. La Loro Natura è di Materia molto leggera, rarefatta ad alta densità di Luce, di Purezza.

Sono i nostri Maestri.

Continua.….

L’ EGO E LE SUE DISTORSIONI

 

 

L’EGO E LE SUE DISTORSIONI

Il processo di differenziazione della Manifestazione dell’Essere procede per gradi sino a raggiungere lo stadio della individualizzazione e quindi dell’Ego.

Quindi ciò che viene chiamato Ego, è da intendere come lo stadio finale del processo di differenziazione.

L’Ego, dunque, si identifica con quelle caratteristiche individuali, atte ad esprimere la soggettività della persona, per adempiere al proprio progetto animico.

L’Ego è un aspetto parziale del Sé e ha lo scopo di esteriorizzare oggettivamente le tendenze, gli atteggiamenti, le convinzioni, le credenze, i pensieri, le emozioni di una persona.

L’Ego ha la visione della realtà frammentata, poiché l’Io si vive separato dall’altro.

La visione dell’Ego è limitata a causa dell’orizzonte limitato.

L’Ego, percependo la realtà come un insieme di elementi a se stanti, finisce col porre delle barriere, dei confini tra sé e gli altri, considerando gli altri, gli altri elementi, estranei a sé.

Di conseguenza il suo discernimento viene espletato in base a questa convinzione e alla valutazione che ne risulta.

Quindi il giudizio di bello, brutto, buono, cattivo, dolce, amaro, piacevole, disdicevole, e così via, si relativizza, seguendo i dettami della personalità, impartiti dall’esperienza soggettiva o, indirettamente, dai condizionamenti indotti dalla famiglia, dalla cultura, dalla religione, dal sociale.

Inoltre l’Ego ha una propria visione anche di sé e questa immagine corrisponde alle credenze consce e inconsce , espressione del proprio vissuto.

L’Ego è una struttura dell’essere, indispensabile alla manifestazione della vita incarnata. Indispensabile perchè la sua funzione è anche quella di provvedere alla sopravvivenza, tramite l’esplicazione e l’appagamento dei bisogni primari e tramite il raggiungimento di obiettivi concreti per realizzare la vita contingente e quotidiana.

Nel momento in cui avviene l’ incarnazione in un corpo fisico e man mano che si consolida il radicamento nella realtà terrena, l’individuo perde la memoria dell’esistenza della propria anima e del suo piano, per identificarsi totalmente con il proprio Io.

La totale identificazione con il proprio Ego porta a identificarsi anche con i connotati egoici ( nome, sesso, corpo fisico, famiglia, classe sociale, professione, ruolo, beni materiali ).

Quando si attua questa totale identificazione , succede che l’individuo perde il contatto con la propria parte animica, finendo con l’espletare la vita secondo e soltanto attraverso i crismi egoici.

Succede anche che , a causa della visione limitata dell’Io, la persona interiorizzi una immagine di sé e degli altri distorta, che dà adito a fraintendimenti, a illusioni, a falsi bisogni, ad aberrazioni.

Quello che è in grado di svegliare la coscienza da questo torpore è la sofferenza.

La sofferenza ha lo scopo di pungolare la coscienza dell’Io, per aprirla a una nuova visione di sé e della realtà.

Le crisi interiori profonde scuotono l’individuo, per risvegliarlo dal sonno ipnotico e cercare nuove risposte alle proprie domande e un senso della propria vita e della Vita.

La paura della morte fa da richiamo costante, affinchè la mente individuale non dimentichi del tutto il ricordo della Verità.

La morte mette a nudo le false convinzioni dell’Ego e ispira l’Io ad oltrepassare il velo dell’apparire.

Davanti alla morte cadono tutte le illusioni egoiche, lasciando un vuoto nel quale si può ritrovare il mistero della Vita.

La mente dell’Ego vuole tutto spiegare e capire secondo la sua logica, improntata sulle note della razionalità.

Ma il ricordo dell’essenza della Verità risiede nel Centro del Cuore, sede dell’Intuizione e della Saggezza.

Ogni paura legata all’uomo è soltanto il surrogato della paura primaria della morte, intesa da parte dell’Io come la fine di sé, come la fine del proprio delirio di attaccamento e possesso, come la fine di tutti i propri sogni e affetti.

Questa convinzione è talmente radicata nell’ Ego che l’individuo è portato ad esorcizzare l’esistenza della morte, come se questa non esistesse affatto oppure esistesse soltanto per gli altri.

La negazione della morte conduce ad alimentare le illusioni e le distorsioni egoiche.

La paura della morte è associata alla paura dell’abbandono e della solitudine, ancorata nell’Ego.

La paura della morte è associata al trauma originario, subito in seguito alla decisione dell’uomo archetipale di discendere nella Materia, che provocò la separazione dalla propria controparte animica ( parte complementare per eccellenza, la cui integrazione costituisce la propria monade).

Ogni lutto riconduce l’individuo a quel lontano trauma.

Nel momento in cui l’individuo prende coscienza della funzione della morte, amplia la propria visione della realtà, adducendo un significato nuovo e più consapevole.